Uno degli aspetti più interessanti di questa tecnologia digitale in ambito radioamatoriale è quello di potersi “interfacciare” con vari sistemi di comunicazione, fra cui la tecnologia VOIP. Tutti i giorni ne facciamo uso perché i normali sistemi telefonici (es. gli smartphone) sono appunto in VOIP (Voice Over IP, la voce su trasmissione IP), anche se il singolo terminale telefonico (il telefono di casa, ad esempio) può rimanere in analogico. In questo caso la “trasformazione” avviene lato centrale, dove appositi dispositivi campionano la nostra comunicazione trasformandola da analogico a digitale.

Ci sono telefoni nativi IP, ovvero hanno direttamente la connessione alla rete internet (attraverso il router), terminali che sempre più si vedono in ambito aziendale per le molteplici funzionalità che questa tecnologia offre, e “adattatori”, ovvero dispositivi (ATA) che da un lato accettano in ingresso una connessione analogica (il doppino telefonico del classico telefono) e dall’altro i dati escono, digitalizzati, attraverso una presa di rete Ethernet verso l’infrastruttura di rete dell’azienda o il router di casa, per l’instradamento necessario ai server VOIP. Perdonate il linguaggio volutamente semplice, ma l’obiettivo è quello di far capire a tutti come questi sistemi, a grandi linee, funzionano. Sulla rete si trovano migliaia di documenti tecnici ove poter approfondire queste tecnologie. Per quanto riguarda il centralino digitale, o IP-PBX, è un software (sotto linux è diffuso Asterisk) che gira su di un server o su di un hardware dedicato. Nel nostro caso abbiamo approntato il sistema su di un Raspberry 2. Esiste una apposita distribuzione scaricabile da questo link: http://www.raspberry-asterisk.org/ Non approfondirò adesso l’aspetto dell’installazione del PBX, occorre venga generalmente effettuata da chi ha competenze del settore, ma anche perchè l’obiettivo di questo testo è invece mostrare come si collega un ponte ripetitore DMR Hytera ad un PBX e relative funzionalità. Darò quindi per scontato che il centralino sia operativo e in rete, opportunamente configurato, aggiornato e collegato ad internet, e chi lo gestirà sappia come inserire gli interni (extensions), conferenze, segreteria telefonica, etc..

Le prove sono state eseguite su RD 625 Hytera, ma dovrebbe essere la configurazione analoga anche per gli altri modelli. Il ponte ripetitore è connesso ad internet e dialoga con il server BrandMeister per il traffico DMR. Essendo il ponte che si collega al centralino, non ha bisogno di NAT o regole particolari, importante che, se presente un firewall, siano aperte le porte 5060 e dalla 10000-20000 con protocollo UDP (queste porte sono “standard” su Free-PBX / Asterisk ma potrebbero variare, assicurarsi quindi ci sia coerenza con il vostro PBX). Lato centralino invece la NAT deve essere presente reindirizzando tali porte verso l’IP privato del PBX, oltre che l’apertura di eventuale firewall. Prestare attenzione agli “attacchi” che arrivano da internet per “bucare” il centralino, vi assicuro che ci sono e moltissimi; degli automatismi scansionano continuamente la rete alla ricerca di tali sistemi per hackerarli e telefonare gratuitamente. Questo uno dei motivi perchè ho detto che è buon norma far installare il PBX da un addetto ai lavori con conoscenza approfondita dei sistemi di telefonia. Chiaramente sia il ponte che il PBX possono risiedere nella stessa rete LAN privata, le regole NAT del centralino in questo caso serviranno solo per far accedere da fuori i terminali telefonici. Nel nostro caso il ponte ripetitore DMR e il PBX risiedono su due reti diverse in luoghi separati. Al momento non vi sono collegamenti verso la rete telefonica tradizionale, anche se questa funzione è facilmente implementabile e utile per situazioni di emergenza. Quanto fatto è a titolo “sperimentale” e riveste interesse da parte dei colleghi che vogliono capire e provare nuove funzionalità, apprendendo concetti che uniscono le trasmissioni e l’informatica, essendo finito da un pezzo il tempo di costruirsi il ricetrasmettitore da parte dell’ OM con valvole e fil di ferro…

Il primo passo: configurare il ponte DMR per la connessione al PBX

Guardando la sopra indicata schermata di configurazione sul software del ripetitore, occorre abilitare la voce dell’interconnessione telefonica, indicare l’IP pubblico del centralino telefonico (o privato se risiedono nella stessa rete LAN), le porte RTP relative al traffico voce (nell’ambito del range che era stato precedentemente indicato e aperto nel firewall) e una robustissima password. NOTA BENE: questa password SARA’ la medesima per tutti i terminali radio (RTX DMR) che dovranno autenticarsi al PBX, ovvero che il ponte ascolterà in frequenza e girerà la trasmissione verso il centralino telefonico. Deve essere indicato un Phone Gateway ID, ovvero un numero identificativo, un TalkGroup per intendersi che “legherà” assieme tutti gli apparati radio che saranno abilitati al traffico VOIP. Questo ID non viene gestito sul network DMR, ma solo localmente. Abilitare poi il “beep” di fine trasmissione, utile per capire quanto l’operatore radio avrà lasciato il PTT e l’interlocutore al telefono potrà parlare facendosi ascoltare. Valore importante è il TOT Phone Time, ovvero il tempo massimo che una chiamata telefonica potrà avere. Per sicurezza e non tenere troppo impegnato il ponte ripetitore è stato impostato a massimo 3 minuti, più che sufficienti per un contatto veloce. Infine il “Connect Code” e il “Disconnect Code” che riguardano i codici di risposta (e riaggancio) della telefonata da parte dell’apparato ricetrasmittente. In parole povere, e lo vedremo meglio più avanti, per rispondere alla telefonata il ricetrasmettitore dovrà inviare i numeri (dtmf) indicati nel primo campo, per terminare la chiamata i numeri indicati nel secondo campo. Generalmente si attivano dei tasti programmabili (es. P1) che, alla pressione del PTT sul ricetrasmettitore e relativo tasto programmato verranno inviati in frequenza i toni “#” e “1” e la chiamata verrà risposta. Importante la coerenza di questi valori (potete inserire quello che volete basta che siano diversi tra il “connect” e il “disconnect”) con quanto programmato sull’ RTX.

 

Prima di passare ad individuare quali ricetrasmettitori potranno effettuare traffico VOIP occorre regolare come questo traffico verrà gestito dal ponte. Sotto “General Settings” e “Accessories” vi è una sottosezione che gestisce questo flusso dati. Abilitiamo quindi la priorità al traffico telefonico e le relative opzioni come mostrato nella schermata seguente:

La lista dei ricetrasmettitori abilitati al traffico VOIP

 

Questa tabella identifica gli apparati radio che in frequenza potranno comunicare con il centralino, e da esso farsi rintracciare. Occorre abilitare la voce “Dial-up Mapping” e popolare la tabella indicando: Phone ID (è il numero che corrisponde all’interno del centralino, ovvero il numero che dal mio telefono (collegato al PBX) dovrò comporre per chiamare quell’apparato radio, può essere lo stesso del Radio-ID); Radio ID (è l’ID DMR del ricetrasmettitore, il numero ufficiale ricevuto durante la registrazione al network DMR); Slot ID (su quale TimeSlot del ponte radio voglio gestire la telefonata); Call Type (il tipo di chiamata, privata se deve essere ricevuta da un solo terminale radio). IMPORTANTE: tutti i ricetrasmettitori – e lo stesso ponte ripetitore (vedi ID 222501) – dovranno essere registrati (quindi configurati) sul centralino come un qualsiasi interno telefonico, con USER = PHONE ID (interno del centralino) e PASSWORD = quella impostata sul ponte ripetitore, vedi schermata precedente. Il mio consiglio è quello di procedere “di pari passo”, quindi ad ogni inserimento (riga della tabella, salvataggio e riavvio del ponte) provvedere alla configurazione della relativa extension all’interno del PBX. Si dovrà vedere subito (sip show peers nel centralino) se la registrazione è andata a buon fine.

Se gli apparati sono ascoltati dal ponte e regolarmente configurati sul PBX, si vedrà la registrazione con relativo IP pubblico della linea internet dove è collocato il ponte Hytera. La schermata seguente è presa dalla console del centralino.

 

Gli altri interni, es. 913, 929, etc. sono gli “smartphone” che risultano configurati e al momento registrati sul centralino, vedremo più avanti le relative impostazioni. Da notare che ogni terminale (telefonico o radio) ha IP diverso se proveniente da reti diverse. Nella nostra configurazione il nome dell’interno e lo “username” sono uguali, ma avrei potuto creare quell’interno con il nome “RadioDavid” e username “2225013”, oppure “CellulareDavid” e “913”. Quello che è importante notare è che se gli interni (telefoni e trasmettitori)  risultano “registrati” (è diverso da “configurati”) e quindi visti dal centralino (stato OK) in quel momento, allora la radio 2225013 potrà chiamare il cellulare (o telefono IP) 913 o 929 o anche 934 e 939. Stessa cosa per il cellulare 934 che potrà inoltrare la chiamata, ad esempio, al ricetrasmettitore 2225029. Tutte le caratteristiche del centralino digitale potranno essere implementate, abbiamo ad esempio attivato la segreteria se un apparato ricetrasmittente non risponde dopo 3 squilli, e il messaggio vocale arriverà in posta elettronica al “possessore” ufficiale di tale apparato, oppure una “conference” dove più apparati potranno collegarsi simultaneamente. Per questo tipo di soluzioni rimando ad uno studio delle varie configurazioni del centralino VOIP, guide facilmente reperibili sulla rete. Vediamo infine alcune configurazioni presenti sul centralino (sip.conf) tramite l’interfaccia web di FreePBX relative all’ IP pubblico che deve essere indicato, e le porte RTP in uso (vedi la compatibilità di range con il ponte ripetitore). Nella sezione relativa all’estensione (interno) della configurazione di un apparato radio, notare l’uguaglianza della password con quella all’interno del software di configurazione del ponte, e la voce NAT abilitata perchè i due sistemi (ponte e PBX) sono su reti diverse, e quindi anche i relativi interni telefonici connessi.

La PARTE 2 del testo riguarderà la configurazione degli apparati radio DMR e, sommariamente, degli smartphone con l’utilizzo di un software client SIP. Quest’ultima gestione, ovvero l’uso dei parametri base per l’autenticazione al centralino, potrà essere facilmente estesa ad un qualsiasi terminale telefonico IP o adattatore ATA. Il PBX potrà essere collegato anche ad una rete telefonica o, attraverso delle credenziali SIP, ad un server/gateway telefonico (SIP SERVER). Quest’ultima modalità è preferibile, basterà dotarsi di un account VOIP presso un provider telefonico e gestire la configurazione impostando, ad esempio, un prefisso di uscita. Così un ricetrasmettitore DMR potrà, attraverso i toni DTMF o una rubrica preimpostata, effettuare una chiamata verso la rete telefonica esterna, es. 0 055 098xxxx e gestire la comunicazione come una qualsiasi telefonata, riagganciando al termine inviando #2 (vedi sopra!).

Di ik5xmk